Prima Prova Maturità 2015: tema storico sulla Resistenza svolto - Studentville

Prima Prova Maturità 2015: tema storico sulla Resistenza svolto

Temi svolti maturità. Ecco il tema storico (tipologia C) sulla Resistenza della prima prova di maturità.

TEMA STORICO MATURITA’ SULLA RESISTENZA SVOLTO

Il tema storico (tipologia C) della prima prova Maturità 2015 ha come oggetto una riflessione sulla Resistenza, partendo dal “testamento spirituale” di Dardano Fenulli, ufficiale dell’esercito che dopo l’8 settembre 1943 partecipò attivamente alla Resistenza. Ecco qui di seguito il tema svolto sulla Resistenza della prima prova maturità 2015:

TIPOLOGIA C, TEMA STORICO RESISTENZA: SVOLGIMENTO

Gli avvenimenti dell’estate 1943 posero gli Italiani di fronte a scelte che furono di schieramento e di vita. L’Italia, sotto la dittatura di Mussolini, era entrata in guerra il 10 giugno 1940 a fianco della Germania nazista e contro la Francia e la Gran Bretagna. Per tre anni, con fasi alterne, le Forze armate italiane combatterono in Libia ed Egitto, nei Balcani, in Russia e nel mare Mediterraneo. Nella primavera del 1943 cessarono le operazioni in Africa, e da lì a poco le forze angloamericane sbarcarono in Sicilia. Il 25 luglio fu abbattuto il regime mussoliniano, e il re Vittorio Emanuele III nominò un governo affidato al generale Badoglio, che aprì trattative segrete con gli Alleati, giungendo alla firma di un armistizio, proclamato l’8 settembre.

Le forze tedesche già presenti in Italia, e altre che si aggiunsero reagirono immediatamente, mentre le truppe italiane dislocate oltre che in patria anche in Francia, Balcani e Grecia, furono colte di sorpresa dalla nuova situazione. Il re e il governo riuscirono a riparare nel Meridione, dove erano già giunti gli Angloamericani. Mussolini, liberato da un colpo di mano tedesco, diede vita a uno Stato fascista denominato Repubblica Sociale.

Molti militari furono dunque fatti prigionieri da reparti tedeschi; altri riuscirono a sfuggire alla cattura, e trovarono riparo in zone poco accessibili, organizzandosi in gruppi armati; si unirono a loro anche dei civili antifascisti. È questo l’inizio del movimento politico e militare che sarà chiamato la Resistenza, e che concorse in maniera determinante all’esito finale della guerra.

Esponenti politici dei partiti disciolti nel 1925 dal fascismo fecero ritorno in Italia, e ricostituirono le prime strutture di movimenti democratici: ricordiamo il democristiano De Gasperi, il comunista Togliatti, i socialisti Nenni e Pertini. Già nel 1944 il governo si aprì ai partiti, mentre la lotta armata venne diretta da un Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) con rappresentanti di ogni forza politica e ideologica.

Nella Resistenza, infatti, convivono, solidali tra loro, diverse anime. Il documento che ci viene proposto, scritto dall’ufficiale Dardano Fenulli, che, come leggiamo, aveva combattuto contro la Iugoslavia nel 1941 e poi contro la locale Resistenza sia monarchica sia comunista; e, dopo l’8 settembre, alle porte di Roma, si batté contro i Tedeschi. Si trovava nella capitale occupata e operava contro i Tedeschi, quando fu catturato e messo a morte nella strage delle Fosse Ardeatine.

Egli appartiene dunque a una Resistenza che possiamo definire soprattutto patriottica. Fedele al re, vede nella monarchia la continuazione degli ideali del Risorgimento: unità e indipendenza della Patria, istituzioni liberali, giustizia e ordine. La sua scelta non poteva che essere di schierarsi per il re inteso come simbolo dei valori risorgimentali, e di là da ogni ideologia particolare e da ogni collocazione partitica.

Al primo posto egli mette l’indipendenza, non intesa però come chiusura, e tanto meno come aggressione ad altri popoli. La sua idea dell’Italia è quella di una Nazione civile e prospera, che viva in pace nel mondo, e che sia capace di assicurare ai suoi cittadini un tranquillo benessere nel rispetto della legge. Era erede di una tradizione formatasi nel XIX secolo attraverso il movimento politico e militare che aveva condotto nel 1861 alla formazione di uno Stato unitario, completata poi nel 1918 con la vittoria nella Grande guerra.

A distanza ormai di molto tempo, bisogna riflettere su questo messaggio ideale, in un momento in cui l’Italia, pur senza stato di guerra, deve affrontare gravi problemi, e sente di non poterlo fare se non con l’unità morale, nel rispetto dei diversi pensieri, dei suoi cittadini. Il Fenulli invitava a prendere come esempio le generazioni risorgimentali; noi del 2015 possiamo prendere come esempio la generazione della Resistenza, cui si devono le istituzioni democratiche di cui godiamo.

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