Prima prova Maturità 2016: saggio breve svolto sull'attentato di Parigi - Studentville

Prima prova Maturità 2016: saggio breve svolto sull'attentato di Parigi

Prima prova maturità 2016. Saggio breve (tipologia B) di maturità svolto sull'attentato di Parigi.

PRIMA PROVA MATURITA’ 2016: SAGGIO BREVE SVOLTO SULL’ATTENTATO DI PARIGI. Alla prima prova maturità 2016 potrebbe essere proposto un saggio breve sull’attentato di Parigi: a differenza del tema storico (tipologia C) e del tema di attualità (tipologia D), si dovranno commentare i documenti proposti nella traccia di tipologia B, facendo opportuni riferimenti al terroristo islamico e all’Isis. Svolgere un saggio breve sull’attentato a Parigi dunque non sarà molto semplice, in quando occorre documentarsi bene sull’argomento, sugli ultimi eventi e soprattutto bisogna rispettare la struttura del saggio breve. Per questo motivo occorre informarsi bene ed esercitarsi e se siete insicuri… Date un’occhiata al seguente esempio svolto: potrete prendere spunto e capire bene come strutturare il testo secondo alcune regole ben precise.

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SAGGIO BREVE SULL’ATTENTATO A PARIGI: STRUTTURA. Per prima cosa dunque occorre precisare che un saggio breve deve avere una determinata struttura:

  • titolo
  • consegna
  • introduzione
  • svolgimento: argomentazione citando i documenti contenuti nella traccia
  • conclusione

Per scrivere bene un saggio breve bisogna dunque leggere attentamente i documenti proposti e utilizzarli poi durante l’esposizione citandoli a favore della propria tesi sull’argomento, facendo attenzione ad inserire tutti gli elementi che servono. Se vuoi saperne di più consulta la nostra ultimissima guida: Prima prova maturità 2016: saggio breve
MATURITA’ 2016, TRACCIA SAGGIO BREVE SULL’ATTENTATO DI PARIGI. Quale potrebbe essere una possibile traccia per un saggio breve sull’attentato di Parigi? Essa potrebbe riguardare l’argomento nello specifico, un dettaglio o argomenti correlati. Supponiamo che l’argomento sia “La paura generata dagli attacchi terroristici”. Proviamo ad utilizzare un paio di documenti:

  • Documento 1. Viviamo nel rischio d’attentati; in ogni istante può scatenarsi il diavolo; esplosioni, gas tossico, peste manufatta; e quando la posta sia enorme, avrebbe senso rifiutare espedienti forse utili, quali la tortura, in ossequio all’etica inerme? (F. Cordero in La Repubblica).
  • Documento 2. II terrorismo fondamentalista non ha fini ben chiari e dichiarati: i Palestinesi vogliono cacciare via gli ebrei, i Ceceni l’autonomia da Mosca , gli irredentisti del Kashmir riunirsi al Pakistan, ma cosa si proponevano coloro che abbatterono le Twin Towers?. Nessuno ha avanzato richieste magari anche solo irrealistiche anzi nessuno ha nemmeno mai rivendicato l’attentato. La serie di attentati precedente e seguenti hanno lo stesso carattere: nessuna rivendicazione, nessuna richiesta esplicita. Gli “shaid” (Kamikaze, come si dice in occidente) fanno esplodere bombe in Turchia, in Arabia in Marocco in Indonesia uccidono e fanno stragi indiscriminate (Atti del Convegno, Nazioni Unite).

MATURITA’ 2016, SAGGIO BREVE SULL’ATTENTATO DI PARIGI: SVOLGIMENTO. Dopo aver letto i documenti, a questo punto non ci resta che iniziare a scrivere il nostro saggio breve sull’attentato a Parigi:

Saggio breve sull’attentato a Parigi. Titolo: L’ombra della paura sul mondo occidentale

Maturità 2016, saggio breve sull’attentato di Parigi. Consegna: giornalino scolastico

Attentato di Parigi, saggio breve svolto: introduzione. Gli ultimi eventi avvenuti a Parigi, le stragi che si stanno susseguendo e le continue minacce dell’Isis contribuiscono ad incrementare la paura in ognuno di noi.

Prima prova maturità 2016, saggio breve sull’attentato di Parigi: svolgimento. Gli attacchi terroristici da parte del fondamentalismo islamico infatti si stanno moltiplicando di giorno in giorno, e il mondo occidentale vive sempre di più la paura di un nuovo massacro. Massacri che ricordiamo non avvengono solo in Europa o in America, ma anche e soprattutto nei Paesi islamici. Adesso però, ciò che prima ascoltavamo con indifferenza al telegiornale potremmo viverlo in prima persona da un momento all’altro. Come infatti sostiene Cordero in un articolo pubblicato nella Repubblica, “viviamo nel rischio di attentati, in ogni istante può scatenarsi il diavolo”. E ora che il pericolo si fa sempre più vicino l’allarmismo si fa sentire sempre di più. L’ombra di un attacco terroristico da parte dell’Isis incombe mentre si sorseggia un caffè, mentre si va al lavoro, mentre si corre a fare la spesa. Lo straniero viene guardato con sospetto, a volte si fa di tutta l’erba un fascio: perché molti devono pagare le colpe di pochi? Alcuni di noi non sanno che sono gli stessi musulmani ad essere vittime di questi attacchi, e ogni giorno non muoiono solo soldati, uomini, ma anche donne e bambini: i terroristi “uccidono e fanno stragi indiscriminate” (Atti del Convegno, Nazioni Unite). Ma la paura è un qualcosa di più grande, ingestibile, incontenibile: non riesce a far riflettere, e il timore che qualcuno di diverso da noi possa farci qualcosa vince su tutti i buoni propositi contro il razzismo e la xenofobia. Xenofobia: una brutta parola, un modo di agire che tutti condanniamo ma che involontariamente adottiamo attraverso parole, gesti e comportamenti.

Saggio breve sull’attentato a Parigi: conclusioni. E allora, cosa possiamo fare? Il rimedio lo conosciamo tutti: non farsi vincere dalla paura e cercare di discernere le due cose. Da una parte ci sono i cattivi del terrorismo, dall’altra ci sono i civili, cristiani e non, che potrebbero trasformarsi da un momento all’altro in vittime.

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