Traccia su d'Annunzio: analisi del testo - Studentville
Traccia su d'Annunzio: analisi del testo

Traccia su d'Annunzio: analisi del testo

Traccia D'Annunzio: come svolgere l'analisi del testo su Gabriele D'Annunzio.

TRACCIA SU D’ANNUNZIO: ANALISI DEL TESTO

Oggi vogliamo darvi alcune indicazioni su come svolgere una possibile analisi del testo su un testo di Gabriele d’Annunzio. Per cui, scopriamo insieme come svolgere la traccia e ripassiamo l’autore con un piccolo riassunto su vita, opere e pensiero. Siete pronti? Continuate a leggere…

TRACCIA ANALISI DEL TESTO SU D’ANNUNZIO

Per quanto riguarda Gabriele D’Annunzio, nella tipologia A è possibile trovare un brano di uno dei suoi romanzi, oppure l’analisi del testo di una poesia. In ogni caso, è bene tenere a mente questi suggerimenti su come svolgere l’analisi:

  • Introduzione: anche se non viene chiesto, è bene fare un’introduzione al testo in cui citerete l’autore, l’opera e così via.
  • Comprensione del testo: qui bisognerà riassumere il testo in modo breve ma chiaro.
  • Analisi del testo: a questo punto occorre analizzare a fondo le tematiche affrontate nel brano o nella poesia, lo stile dell’autore, termini, espressioni e così via.
  • Interpretazione e approfondimenti: infine, bisognerà fare un confronto con altre opere dello stesso autore o di altri scrittori.

TRACCE: LA VITA DI D’ANNUNZIO

Bene, adesso facciamo qualche cenno sulla vita di D’Annunzio, così da avere un’infarinatura per svolgere correttamente un’eventuale traccia. Gabriele D’Annunzio nasce a Pescara nel 1863 da agiata famiglia borghese e studia in un prestigioso collegio di Prato, il Cicognini. Esordisce giovane con Primo Vere nel 1879. Si trasferisce a Roma per frequentare l’università dove inizia a scrivere articoli di giornale e opere che suscitano scandalo. Nel 1882 pubblica una raccolta di novelle, Terra Vergine e nel 1882 una raccolta di poesie, Canto Novo. Nel 1883 conosce Maria Hardouin di Gallese, la quale gli ispira un componimento esplicito, Il peccato di Maggio. A causa dello scandalo è costretto a fuggire con Maria, situazione che culmina con un matrimonio riparatore. I successivi anni sono caratterizzati da amori, duelli, passioni, lusso sfrenato e viaggi. Anche se nascono figli, D’Annunzio non rinuncia a relazioni clandestine.
Pubblica altri versi, Isaotta Guttadauro, e nel 1889 scrive il Piacere, il cui protagonista è l’alter ego di Gabriele. Si trasferisce a Napoli e conosce Maria Gravina Cruyllas di Ramacca, da cui ha una figlia. Intorno agli anni Novanta viene influenzato dalle teorie di Nietzsche sul superuomo. Pubblica Le vergini delle rocce (1895) e Il Fuoco (1900). Ha una relazione con l’attrice Eleonora Duse, inizia a scrivere opere di teatro e si presenta alle elezioni con la Destra. Nel 1903 scrive le Laudi e nel frattempo la relazione con la Duse finisce. E’ pieno di debiti e nel 1910 si trasferisce in Francia con l’amante russa Natalia de Goloubeff. I suoi debiti vengono pagati da Luigi Albertini, direttore del Corriere della Sera. Nel 1915 abbandona Natalia e torna in Italia, dove assume il ruolo di poeta vate e sta dalla parte degli interventisti. Partecipa alla Prima Guerra Mondiale come aviatore e ufficiale di marina e durante un volo su Vienna lancia dall’aereo bigliettini con i suoi versi. Nel 1916 si ferisce ad un occhio e durante la temporanea cecità scrive il Notturno. Dopo la guerra, sdegnato per la vittoria mutilata, si impegna in discorsi irredentistici e occupa Fiume, che governa dal 1919 al 1920. Durante il Fascismo Mussolini fa di lui un monumento vivente ma nello stesso tempo lo allontana dalla vita politica elegandolo nel Vittoriale degli Italiani”. Muore qui nel 1938.

Per approfondire: Gabriele d’Annunzio: biografia, opere e riassunti dei libri

TRACCIA: IL PENSIERO E LA POETICA DI D’ANNUNZIO

Il pensiero di D’Annunzio si snoda essenzialmente in due punti fondamentali: l’estetismo e il mito del superuomo.

Estetismo

L’estetismo è essenzialmente un modo di vivere, ed è proprio il modo di vivere di D’Annunzio: l’esteta si allontana, sdegnato, dalla società borghese, relegandosi in un mondo di pura arte e bellezza. Ciò non è altro che una risposta alla società capitalista che aveva declassato l’artista togliendolo dalla posizione privilegiata in cui si trovava. D’Annunzio però non si rassegna, vuole successo e fama, vivere nel lusso da aristocratico, indossando la maschera dell’esteta anche nella realtà: si preoccupa di produrre libri di successo, sa utilizzare economicamente la pubblicità che gli deriva da scandali, amori eleganti, lusso sfrenato. Propone una nuova immagine di intellettuale, che si pone fuori dalla società borghese.

Il Superuomo

La figura dell’esteta però si rivela debole, in quanto non riesce ad opporsi alla borghesia, e dopo una breve fase della bontà in cui D’Annunzio auspica un ritorno all’infanzia, subentra la fase del superuomo, ispirato a quello di Nietzsche, ma in un certo senso banalizzato: rifiuto del conformismo borghese, dei principi egualitari che schiacciano e livellano la personalità, l’esaltazione dello spirito dionisiaco, cioè di un vitalismo gioioso, pieno, libero dagli impacci della morale comune, rifiuto dell’etica della pietà, l’esaltazione della volontà di potenza, il mito del superuomo, un nuovo tipo di umanità. D’Annunzio dà inoltre alla figura del superuomo una coloritura antiborghese, scagliandosi contro i borghesi, contro la democrazia e il principio di uguaglianza. Deve affermarsi una nuova aristocrazia, che tenga a bada gli uomini comuni. Si tratta di pochi individui eccezionali che utilizzano il culto della bellezza per elevarsi: l’estetismo diventa strumento di una volontà di dominio sulla realtà. Il superuomo dunque si impone sulla borghesia con violenza e non contempla più la realtà appartandosi e sdegnandosi. Mentre l’esteta rimaneva passivo, il superuomo assume il ruolo di poeta vate: l’artista, attraverso la sua attività intellettuale, deve aprire la strada al dominio delle nuove élites.

TRACCIA D’ANNUNZIO: LE OPERE

Bene, adesso che hai un quadro più chiaro della vita e del pensiero di D’Annunzio, passiamo alle opere da ricordare per l’analisi del testo. Ecco le principali:

  • Primo Vere (1879)
  • Canto Novo (1882)
  • Giovanni Episcopo (1891)
  • L’innocente (1891-92)
  • Terra vergine (1882)
  • Elegie Romane (1892)
  • Odi navali (1893)
  • Poema paradisiaco (1893)
  • Il trionfo della morte (1894)
  • Le vergini delle rocce (1895)
  • Le Laudi (1896) – Maya, Elettra, Alcyone
  • Il piacere (1889)
  • Il Fuoco (1900)
  • Novelle della Pescara (1902)
  • Forse che sì forse che no (1910)
  • Il Notturno (1916)

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