Testo argomentativo L'Eredità - Corrado Stajano: Prima Prova Maturità 2019 - Studentville

Testo argomentativo L'Eredità - Corrado Stajano: Prima Prova Maturità 2019

Ci siamo la maturità è arrivata e in Prima Prova è uscito uno dei testi più belli e struggenti del secolo: l’Eredità di Corrado Stajano. Il testo argomentativo è uno dei temi più complessi da produrre, ma insieme cercheremo di agganciare qualche informazione in più, intanto qui: Come scrivere un testo argomentativo.

Leggi anche: Testo Argomentativo Maturità 2019

Ti interessa anche lo svolgimento delle altre tracce di prima prova di Maturità? Eccole:

Testo argomentativo L’Eredità Corrado Stajano

In questo ultimo libro, Eredità (Il Saggiatore, 2017), il narratore rivisita uno dei momenti più tragici del Novecento, il fascismo, la guerra, filtrandolo attraverso degli occhi nuovi con uno sguardo intenso e drammatico nella sua complicata semplicità. Siamo nel 1939, anno in cui viene stipulato il patto d’acciaio tra Italia e Germania, e i rispettivi ministri degli esteri, Ciano e Ribbentrop si incontrano. Attorno a questa data, ruota intorno tutta l’esistenza del protagonista. Alla parata al nord per l’accordo assiste un bambino che sventola la bandierina italiana e quella germanica con la svastica. È un Figlio della Lupa, è solo un bambino che vive ingenuamente la sua infanzia. A Como intanto vivono allora Alida Valli, l’attrice dall’anima inquieta, Giuseppe Terragni, il grande architetto razionalista e ammiratore ossequioso del fascismo, Margherita Sarfatti, la ninfadi Mussolini, poi ripudiata.

Mille immagini, mille volti per un romanzo che attraversa con forza stremata i clamori della guerra. Corrado Stajano racconta la città e quei tragici avvenimenti che avrebbero cambiato per sempre il volto del Novecento. La storia individuale di Eredità diventa storia collettiva. Sembrava che la Seconda Guerra Mondiale avrebbe cambiato le sorti di tutti e in fondo l’ha fatto ma in un modo che nessuno avrebbe potuto prevedere. Un testo che pur essendo dislocato temporalmente racconta la società di oggi con le sue illusioni e i suoi dubbi, con le sue utopie che sembrano destinate ad infrangersi contro il muro gelido della realtà.

Quel bambino che sventolava il simbolo di un’Europa in cambiamento  lo ritroviamo dopo solo sei anni frastornato nel groviglio di una Milano distrutta, un magma privo di forma e di colore, simbolo di tante esistenze spezzate, tra macerie, dolore e morte. Stajano riesce ad abbandonare le reticenze, rivendicando, forse per la prima volta, per sé stesso e la sua scrittura il diritto all’essenzialità. Il cuore è lì, in quel Novecento che è drammatico presagio dei tempi che verranno e che saranno per noi la dimostrazione che la storia si ripete, che è magistra vitae che era già stata raccontata con intensa profondità a un passo da noi.

Per chi non lo sapesse: Corrado Stajano è uno scrittore e giornalista; è stato redattore e inviato di diversi quotidiani e settimanali. Scrive dal 1987 sul Corriere della Sera. Ha lavorato per la Rai e ha già pubblicato Il sovversivo (1975), Africo (1979), L’Italia nichilista (1982, 1992), Un eroe borghese (1991, da cui fu tratto il film omonimo), Il disordine (1993); con Garzanti Promemoria (1997, Premio Viareggio), Patrie smarrite (2001), Maestri e Infedeli (2008), La città degli untori (2009, Premio Bagutta), La stanza dei fantasmi (2013); con Archinto Destini (2014). Nel 2015 il Saggiatore ha riproposto Africo, con uno scritto inedito dell’autore, nel 2016 Un eroe borghese, con un testo di Cesare Garboli. Nel 2017 ha pubblicato Eredità (Premio Nuto Revelli).

Commenti

Ti potrebbe interessare

Link copiato negli appunti