Prima Prova Maturità 2019: saggio breve su Nelson Mandela - Studentville

Prima Prova Maturità 2019: saggio breve su Nelson Mandela

Prima Prova Maturità 2019: saggio breve su Nelson Mandela

Oggi parliamo di uno dei personaggi più importanti della storia: Nelson Mandela. E’ importante ricordare la sua storia, le sue lotte per non dimenticarle e per prenderlo come esempio nelle lotte contro le ingiustizie. E’ morto il 5 dicembre del 2013 e, a distanza di anni e nonostante la sua morte, si continua a parlare di lui e del suo impegno per la tutela dei diritti dei cittadini di pelle nera del Sudafrica. In previsione degli esami di maturità di giugno, vogliamo fornirvi un esempio di saggio breve, andiamo.

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Saggio breve su Nelson Mandela: il titolo e la consegna

Per lo svolgimento della prova del saggio breve, il Miur fornirà dei documenti da inserire e citare nel vostro elaborato e vi serviranno per argomentare la vostra tesi o per contraddirla. Per elaborare un saggio breve corretto, il consiglio che vi diamo è di non copiare interamente il testo della traccia, piuttosto adattatelo e personalizzatelo con i documenti forniti dal Miur. I primi due elementi essenziali del saggio breve sono il titolo e la consegna, per il nostro saggio breve abbiamo scelto questi:

  • Titolo: “Mandela e la sua lotta contro le ingiustizie”
  • Consegna: rivista politica

Prima Prova Saggio breve su Nelson Mandela: introduzione

Nelson Rolihlahla Mandela, per i sudafricani Madiba o Tata Madiba, ha portato avanti un’ importante lotta per liberare i cittadini sudafricani di pelle nera dalla discriminazione e segregazione razziale dell’apartheid, nel pieno della sua operatività tra il 1948 e il 1994. Si tratta di un regime di discriminazione razziale fortemente volute dalla popolazione sudafricana bianca, in netta minoranza, ai danni della popolazione di pelle nera che veniva privata di ogni diritto.

Saggio breve su Nelson Madela: svolgimento

Nelson Mandela nasce nel 1918 in un piccolo villaggio del Sudafrica ed era figlio di un capo della tribù Thembu. Si è laureato in giurisprudenza, dopo aver studiato presso l’università per neri in Sudafrica e, nel 1942, fa il suo debutto in politica diventando membro dell’African National Congress (ANC).  Dopo la vittoria del partito elettorale del Partito Nazionale, a favore dell’apartheid, Mandela assume un ruolo attivo nell’ANC, partecipando alla resistenza e appoggiando la lotta armata. Nell’agosto del 1962 viene arrestato dopo essere stato condannato all’ergastolo con l’accusa di sabotaggio, nella prigione di Robben Island, in cui rimane per 27 anni. Nonostante fosse in prigione, in tutto il mondo si è sollevato un appello unanime per la sua liberazione; dopo avere rifiutato un’offerta di libertà condizionata in cambio di una rinuncia alla lotta armata nel febbraio 1985, Mandela è rilasciato a febbraio del 1990 dal Presidente sudafricano F.W. de Klerk, grazie alle proteste dell’ANC e alle crescenti pressioni della comunità internazionale. Anche l’ANC viene riabilitato e non considerato più un partito illegale. Nel 1993 riceve il Premio Nobel per la pace e, l’anno dopo, viene eletto Presidente della Repubblica del Sudafrica e capo del governo,  carica che rivestirà fino al 1998. Durante gli anni di governo, Mandela dovrà anche fronteggiare una battaglia in tribunale contro 39 case farmaceutiche. All’età di 85 anni si ritira dalla vita pubblica e riceve l’onorificenza “Freedom of the City” dalla città di Johannesburg,  il 27 giugno 2008 a Londra, a Hyde Park, si è svolto un grande concerto per celebrare i suoi novant’anni e il suo impegno nella lotta contro il razzismo e  l’Aids. L’anno successivo i grandi dello spettacolo, della politica e della cultura mondiale gli hanno dedicato un grandissimo tributo a New York chiamato Mandela Day. Il 28 marzo del 2013 viene ricoverato per una grave insufficienza polmonare per poi spegnersi, all’età di 95 anni, il 5 dicembre dello stesso anno.

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Saggio breve su Nelson Mandela: conclusioni

La vita di quest’uomo è stata, è e deve esserlo anche in futuro, un esempio di grande umanità, di civiltà e di grande senso di giustizia. Non è riuscito a non fare niente contro quell’ingiustizia che toglieva i diritti a lui e i suoi concittadini di pelle nera. Si è battuto molto, è stato anche arrestato per poi essere liberato e far valere tutto il suo impegno, ricevendo un premio Nobel per la pace e diventando Presidente della Repubblica del Sudafrica. La miglior conclusione è senza dubbio uno dei suoi più celebri aforismi: “L’educazione è il grande motore dello sviluppo personale. È grazie all’educazione che la figlia di un contadino può diventare medico, il figlio di un minatore il capo miniera o un bambino nato in una famiglia povera il presidente di una grande nazione. Non ciò che ci viene dato, ma la capacità di valorizzare al meglio ciò che abbiamo è ciò che distingue una persona dall’altra”.

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